La Spagna diventa il settimo Paese al mondo a legalizzare l’ ‘eutanasia”, confermandosi, almeno sulla carta, all’avanguardia nelle tutela e nella promozione dei diritti civili ed umani (gli iberici furono anche tra i primi ad approvare la fecondazione eterologa e le nozze gay).
Resta da capire se tali conquiste siano ancora da ricollegare ad un fisiologico processo scaturito dalla fine, abbastanza recente*, del Franchismo (regime tradizionalista, ultraconservatore e legato a doppio filo al potere clericale) e al bisogno di modernizzare un Paese rimasto nell’arretratezza fino agli anni ’90, o se invece Madrid si sa definitivamente incamminata verso una nuova fase. Se, insomma, il mito della “cattolicissima Spagna”, “frame” comunque abbastanza ingenuo ed abusato, non sia da consegnare per sempre ai libri di Storia.
In caso contrario potremmo invece assisstere ad una massiccia azione controriformista, peraltro già tentata dal governo Rajoy.
*la transizione spagnola termina tra il 1979 e il 1982, mentre il golpe militare del colonnello Tejero è del 1981