Una variante al giorno

Quasi del tutto ignorate per mesi e mesi, le varianti del Covid sono improvvisamente entrate al centro della narrazione della pandemia dalla fine del 2020, in parallelo con l’arrivo dei primi vaccini. Una coincidenza che lascia ragionevolmente più di una perplessità, anche considerando che si tratta di una vera e propria girandola di mutazioni, talvolta presenti già da prima (ad esempio l’inglese) e in altri casi dall’esistenza dubbia e da verificare.

Non è da escludere che le varianti, fenomeno peraltro comunissimo nei virus e durante le epidemie/pandemie, siano oggi funzionali alla strategia di chi ha interesse, per un motivo o l’altro, a tenere alta la tensione sul Covid, alleate preziosissime anche di quei soggetti e di quegli Attori che premono per la vaccinazione (l’allarmismo sui nuovi ceppi veri o presunti è non a caso spesso accompagnato da esortazioni a fare presto con la campagna di immunizzazione).

Ancora, possono prestarsi a capri espiatori degli errori delle istituzioni, come forse è avvenuto in Inghilterra lo scorso dicembre.

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