Sugli spazi social di un’importante realtà del debunking italiano con cui collaboriamo, abbiamo postato un articolo che parlava dell’aumento della depressione e delle tendenze suicide tra gli adolescenti, a causa delle restrizioni e delle chiusure. Come (purtroppo) spesso avviene, molti hanno commentato accusando quei ragazzi di essere viziati, superficiali e di farsi “pippe mentali”, invitandoli ad “andare a lavorare”.
Ciò he rende queste persone non solo odiose ma soprattutto pericolosissime, esattamente come chi sta prendendo parte alla colpevolizzazione del cittadino, è il fatto che a motivarle non è (o non è solo) la mancanza di empatia, ma il fanatismo politico. Pur di difendere un governo o il tal partito, dai quali tra l’altro non ricavano nulla, sono cioè disposte a passare sopra persino alla sofferenza più estrema dei ragazzini, magari dell’età dei figli e dei nipoti. Loro, che dicono di voler proteggere i “nostri nonni” e che hanno la presunzione di collocarsi dalla parte dei “buoni” e del giusto.
Non è dunque azzardato pensare che in una situazione eccezionale e straordinaria, avendo la facoltà e la libertà di disporre della vita dell’Altro, dell’Altro da loro, questi individui sarebbero capaci di tutto, come gli aguzzini delle Ardeatine o di Srebrenica. Il copione è, ahinoi, già noto.