Quell’ostinata e pericolosa guerra al cittadino

Ieri, uno dei responsabili della comunicazione del governo ha pubblicato un post sui social in cui attribuiva la colpa della prevista e prevedibile “seconda ondata” ai cittadini e solo e soltanto ai cittadini, ancora una volta. Tra l’altro anche per comportamenti avuti in estate e in tarda primavera, cioè un periodo troppo distante dai tempi di incubazione della malattia, e per le vacanze all’estero (autorizzate dal governo stesso).

Si continua, insomma, a replicare un modus operandi non solo divisivo e immorale e odioso perché ingiusto verso un popolo che, a differenza della classe dirigente e dei suoi collaboratori, sta sostenendo tutto il peso di questa crisi (in media li italiani hanno rispettato e stanno rispettando le restrizioni), ma ance sbagliato e controproducente da un punto di vista comunicativo, propagandistico e strategico.

E’ francamente difficile capire il motivo di una simile ostinazione, perché anche la cultura socialista da cui proviene una parte delle forze di maggioranza aveva, si, un atteggiamento paternalistico verso le masse, ma per condurle all’emancipazione, non con una finalità coercitiva o afflittiva, come il modello del “padre severo” tipico del conservatorismo.

Se il governo e i suoi sostenitori non procederanno ad un cambio di rotta, anche sul versante della comunicazione e del loro approccio al cittadino, le conseguenze saranno per loro catastrofiche, appena il consenso scenderà (lo sta già facendo) sotto il livello di guardia. E’ una lezione della Storia, tra le più comuni e semplici da cogliere e comprendere.
Attenzione.
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