Il movimento d’opinione conservatore che oggi polemizza per la scelta del governo italiano di ricevere in visita ufficiale Hassan Rouhani, difese ieri, in nome di un’immatura quanto stravagante lettura della “realpolitik” e del “linkage”, l’amichevole diplomazia berlusconiana nei confronti della Libia di Mu’ammar Gheddafi, arrivando persino a giustificare l’allestimento di un serraglio nei giardini dell’ambasciatore libico a Roma e l’utilizzo delle Frecce Tricolori per omaggiare il dittatore.
Ancora, si dimentica (o si ignora?) come l’Iran di Hassan Rouhani sia uno dei principali alleati della Russia (in piena continuità con le strategie sovietiche nell’aera), nazione guidata da Vladimir Putin, nuova icona della destra nostrana.