Renzi, la maggioranza silenziosa e il TINA Factor. Il perché del feeling tra l’ “enfant prodige” e l’italiano medio

renzi_italia_europa-640x400Durante i suoi anni a Downing Street , Margareth Tatcher elaborò un concetto, destinato ad imporsi nel gergo della politica internazionale, per spiegare come non vi fossero alternative (ovviamente dal suo punto di vista) alla ricetta liberista di risanamento economico dopo i difficili momenti del “mal britannico”. Si trattava del “Fattore TINA” (Tina è l’acronio di “there is no alternative”) oggi trasferito anche in altri ambiti e contesti del dibattito politico, diversi da quello strettamente economico*.

Il Fattore TINA potrebbe contribuire a spiegare la nascita e il radicamento del consenso di cui Mattero Renzi gode tra le masse italiane, confermato dal boom alle scorse europee (risultato che è secondo soltanto all’acuto fanfaniano del 1958) come dalle indagini demoscopiche più autorevoli. Ma quali sono le motivazioni che inducono l’ ”everyman” italiano a pensare non vi siano alternative all’ex sindaco di Firenze?

Eccone alcune:

-L’effettiva debolezza degli avversari. Berlusconi è oggi un personaggio usurato e minato nel suo prestigio internazionale, Salvini non riesce né mai riuscirà ad intercettare i segmenti moderati ed è imprigionato in un localismo da cui la sua offensiva a Sud non è riuscita a liberarlo, Grillo, anch’egli incapace di convincere i moderati, appare in declino, mentre la sinistra “dem” e le sue ricette sono reduci da bocciature plurime che la rendono non competitiva.

-il suo decisionismo (reale come propagandistico)

-la sua giovane età, che suggerisce freschezza, dinamismo e novità, in aperto contrasto con l’immagine, “dinosaurica”, della classe politica nazionale

-il suo moderatismo, fattore tranquillizzante e stabilizzante

-l’assenza di elementi di ricatto nel suo passato (trascorsi estremisti, ecc)

-la sua capacità comunicativa, incentrata su un efficace populismo

-alcuni risultati, indubbi e significativi, ottenuti dopo anni di stagnazione

-il progressivo ridimensionamento della crisi e dei suoi effetti più negativi e perturbanti

E’ dunque in virtù di questo ventaglio di fattori, spesso agenti e reagenti in funzione concomitante e sinergica, che la “silent majority” guarda con fiducia (o almeno con minore sospetto) a Renzi rispetto agli altri protagonisti della politica italiana. Un dato sul quale gli avversari, troppo spesso più attivi nell’opporre che non nel proporre, dovranno riflettere e meditare, se non vorranno condannarsi alla marginalità od alla sudditanza.

* Il fattore TINA è stato utilizzato anche da Beppe Severgnini per spiegare l’appeal berlusconiano, negli anni d’oro dell’ex Cavaliere.

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