Irrazionale, ottuso ed obsoleto come l’antieuropeismo estremista, il filoeuropeismo “senza se e senza ma” e manicheo, ossia l’atteggiamento di rifiuto di qualsiasi critica all’attuale assetto continentale, alle sue dinamiche di funzionamento, alla sua architettura normativa ed alle sue “governace”, centrale come periferiche.
In particolar modo, la difesa della linea merkeliano-tedesca risulterà azzardata e controproducente come lo fu, nella prima decade del 2000, quella della politica bushana; entrambe visioni unilateraliste, entrambe velleità di potenza, entrambe esumazioni di un “old thinking” ottocentesco basato sulla “raison d’etat” e l’egoismo nazionale, entrambe fallimentari.
Il peggior nemico del progetto dei padri comunitari è e sarà dunque questa miopia acritica, risposta inadeguata ed emotiva a quell’insofferenza verso Bruxelles e Strasburgo dilatata dalla non facile congiuntura economica post 2008.