Nonostante la sua “diversità” etnica, culturale e linguistica, e nonostante sia nettamente maggioritaria, la comunità bulgara del distretto moldavo di Taraclia (in bulgaro Тараклия) non coltiva sentimenti ostili a Chișinău e non chiede maggiori autonomie, bensì una maggiore integrazione. E, si faccia attenzione, le sue istituzioni, come ad esempio l’universià statale, sono le uniche sostenute economicamente da Sofia oltre i confini. Addirittura, il governo locale finanzia gli asili in lingua romena, proprio per favorire l’integrazione dei piccoli bulgarofoni. Questo contribuisce a smentire una certa narrazione russa e russofila che vuole la Moldavia come un crogiuolo di pericolosi nazionalismi (e fascismi-nazismi). Una strategia comunicativa e propagandistica simile a quella adottata contro l’Ucraina (propaganda “agitativa”, tecnica della “proiezione” o “analogia”) e qui motivata dal trentennale contenzioso per la Transnistria (Repubblica Moldava di Pridniestrov o Pridnestrovie)*.
*secondo molti analisti, la Moldavia potrebbe essere per questo il prossimo obiettivo militare di Mosca, sebbene Mosca abbia sempre ignorato le richieste di annessione di Tiraspol