“Senza militari esperti come il maresciallo Achromeev o Kulikov, i quali riconobbero la necessità della politica di Gorbačëv e si impegnarono a farla rispettare tra le proprie fila, il fronte trincerato del complesso industriale militare sovietico non sarebbe mai crollato. Era lì che venivano stabilite le politiche e scelti i segretari generali, o rovesciati, come nel caso di Chruščëv*. Un aereo militare lo aveva prelevato dalla Crimea, dove passava regolarmente le vacanze, e portato a Mosca, per informarlo che da quel momento era stato deposto e mandato in pensione seduta stante. Dunque, senza il sostegno dei leader militari, Gorbačëv non avrebbe mai potuto avere successo con la sua politica di pace e disarmo. Pertanto, è giusto che si riconosca anche il loro ruolo.”; così Hans Modrow, ultimo leader di fatto della Germania Est.
Come vediamo, nella storia sovietica il ruolo dei militari fu sempre decisivo sul piano politico, cosa che peraltro avveniva anche in epoca zarista. E’ così tuttora, essendo il nuovo Stato russo in continuità con i suoi predecessori, almeno nei sui assetti di funzionamento. Non sono quindi irrazionali le teorie di quegli analisti e osservatori che vedono possibile un golpe ai danni di Putin (od una brusca pressione nei suoi confronti), qualora il leader del Kremlino dovesse spingersi troppo oltre.
*”Non resisterò. Ho fatto la cosa principale. Qualcuno si sarebbe mai sognato di dire a Stalin che era vecchio e che doveva andare in pensione? Nemmeno ci avremmo mai pensato di fare una cosa del genere. Ora è tutto diverso. La paura è sparita e possiamo parlare da pari a pari. Questo è il mio contributo. Non voglio nessuno scontro”; sembra che Chruščëv disse queste parole a Bréžnev, mentre questi lo stava deponendo. In un certa misura aveva ragione.