
L’aver vissuto l’esperienza drammaticamente eccezionale della pandemia (sindemia), esasperata da una narrazione irresponsabile, ci rende molto più vulnerabili ad una crisi come quella ucraino-russa.
Il carico simbolico millenaristico-apocalittico di una guerra (pur limitata) alle porte, con una grande potenza termonucleare nelle vesti di aggressore, tende cioè ad aumentare, a dilatarsi oltre la ragionevolezza. Si fa strada l’idea, più vicina alla suggestione che alla razionalità, di una consequenzialità catastrofica, come se le due vicende fossero legate.