
Gli attacchi ad Andrea Crisanti, su La7 (dai “rigoristi” Gruber, Severgnini e Giannini) e sui social per aver mostrato alcune perplessità sulla vaccinazione ai bambini e aver ipotizzato la fine della pandemia, dimostrano e ribadiscono come anche il movimento d’opinione ufficialista/rigorista sia polarizzato e dogmatico, tanto quanto le sue controparti radicali (no-vax ideologici,, teorici del complotto, ecc) ed abbia gli stessi meccanismi di funzionamento.
In questo caso, in particolare, assistiamo ad una dinamica tipica delle sette, ovvero l’ostracismo. Chiunque, persino se un vertice o una figura di prestigio, metta in discussione gli indirizzi dominanti e accettati, viene sanzionato, ricusato e allontanato. Crisanti è un nume infallibile fino a quando veicola un certo tipo di messaggio, altrimenti sarà messo da parte e paragonato ai no-vax, accusato di essere un irresponsabile, un imbelle attendista, un pessimo comunicatore. Il “principio di autorità” diventa allora flessibile, adattabile a seconda del momento; uno scienziato, un primario, una rivista scientifica famosa, sono ritenuti credibili, sono “autorità”, solo se allienati, oppure sarà preferito loro un influencer, un calciatore, un attore.
Molte voci potenzialmente indipendenti e dissonanti preferiscono quindi restare in silenzio, nel timore dello stigma e dell’esclusione, rafforzando un circolo vizioso che a sua volta indebolisce la cultura democratica.