Ancora ecologisti. Ma per quanto? Il paradosso di una sinistra scientista

La svolta “scientista” e “tecnocratista” di una certa sinistra non stupisce, se si considerano ad esempio il contributo del Positivismo alla sua storia, il socialismo scientifico ed il materialismo marxiani ed il tecnocratismo leniniano (gli ultimi tre declinati in modo degenerativo).

Stupisce invece sopravviva, in quella stessa sinistra, una cultura fortemente ecologista, e per di più con un ruolo dominante, in aperta antitesi con gli aspetti sopracitati (si pensi al dogma sull’origine antropica del riscaldamento globale ed al principio della decrescita). Stupisce non sia vista come una teoria del complotto, nemica del progresso. Un “controsenso” forse spiegabile alla luce del globalismo post-sessantottino ed alla conseguente fusione con il movimentismo.

Non è tuttavia da escludere un abbandono ed un rigetto progressivi anche delle posizioni ecologiste ed un interscambio, in questo senso, con le destre, come del resto già avvenuto in passato.

4Luisella Chiavenuto, Luciano Danti e altri 2Commenti: 1Mi piaceCommentaCondividi

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