
Al netto di ogni valutazione di natura costituzionale e giuridica, il Green Pass avrebbe una sua logica ed una sua utilità, dal punto di vista sanitario e politico, se inserito in un progetto razionale, responsabile e realistico, che punti al ritorno alla normalità per gli immunizzati e una volta coperti quanti più “fragili” possibile.
Se invece l’obiettivo è arrivare o avvicinarsi al chimerico “rischio zero” (come ventilato da Roberto Speranza, Gualtiero “Walter” Ricciardi e altri), continuando ad “inseguire” i semplici positivi e assegnando al loro numero la stessa importanza di quello dei morti e degli ospedalizzati, allora, con i vaccini oggi disponibili, il Green Pass diventerebbe carta buona per le uova o il pesce (in parte è già così).
La titubanza di molti, che ancora non hanno deciso se vaccinarsi o meno, nasce anche da questa ambiguità, da questo equivoco di fondo.