
Anche la morte della Carrà ha offerto lo spunto al “black humor” per qualche incursione iconoclasta. E’ ad ogni modo interessante notare come certe categorie siano invece tutelate persino dai dissacratori più pungenti; tra queste, le vittime del Covid. Per qualcuno, insomma, si può e si deve scherzare e ironizzare su tutto e tutti in nome di un materialismo caustico e spavaldo, ma non lo si può fare sul virus cinese e sui morti/ospedalizzati che gli vengono attribuiti.
Un fenomeno per certi versi curioso, ma niente affatto imprevisto o imprevedibile, che dimostra come un certo movimento d’opinione (il quale ha in Italia una sua precisa collocazione politica) abbia “slaicizzato” il virus, proiettandolo in una dimensione che non è più quella della razionalità e del metodo scientifico ma dell’emotività, del pàthos ideologico, della polarizzazione più miope e fanatica.
Anche da qui, da questo approccio “confessionale” diffuso, derivano molti dei problemi nella gestione dell’ormai infinita “crisi” sanitaria.