In questi giorni è uscito un servizio su due amiche molto anziane, ricoverate per il Covid e poi guarite. Amiche da sempre, veniva detto, separate solo una volta: adesso e dal virus.
Servizi come questo vanno al di là della semplice informazione e rappresentano un sistema propagandistico molto più raffinato di quelli basati sul consueto utilizzo di storie ad elevato impatto emotivo.
Si cerca infatti di sottolineare una presunta eccezionalità/diversità del Covid, in grado, nel caso di specie, di fare ciò di cui nemmeno l’intero Novecento, con tutto il suo imponderabile carico di tragedie, è stato capace (appunto tenere lontane le due donne).
Una forma di propaganda che forse può essere fatta rientrare in quella “sociologica”, per stravolgere e ricostruire i meccanismi percettivi della comunità.