“In questo tempo difficile anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno”, così il Papa, nel corso dell’ultimo Angelus.
Bergoglio si è sempre dimostrato un abilissimo comunicatore, ma in questo frangente è forse scivolato sulla proverbiale “buccia di banana”. Puntando il dito contro i cittadini comuni, facendo finta di non vedere le loro immani e drammatiche sofferenze, ha scelto infatti di accodarsi alla narrazione colpevolistica diffusa in Italia dall’attuale establishment politico e dai suoi canali propagandistici. Un moralismo che denota scarsa empatia e scarsa intelligenza e che stona ancora di più se si considera che arriva da un privilegiato, rappresentante di una casta tra le più privilegiate.
Un errore anche “strategico”, quindi, capace di esporre lui e la Chiesa alla reazione di quel popolo che ogni giorno vive sulla propria pelle i problemi causati dalle restrizioni.
Per un attimo, il pontefice argentino ha dato l’impressione di essersi trasformato in certi prelati francesi del secolo XVIII.