Secondo l’economista statunitense Milton Friedman, “padre” dei “Chicago Boys” e tra le figure più importanti e simboliche dell’ideologia neoliberista, solo “una crisi – reale o percepita – produce vero cambiamento [ … ] il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile”. Cambiamento per giungere al quale “una nuova amministrazione dispone di un periodo di sei-nove mesi [ .. ] se non coglie l’opportunità di agire incisivamente in quel periodo non avrà un’altra occasione del genere” .
Benché la crisi scatenata dal Coronavirus sia autentica, è e sarà indispensabile evitare che la sua percezione venga dilatata e ingigantita (come in parte sta già accadendo) da quegli Attori che potrebbero trarre beneficio dalla vulnerabilità, non solo psicologica, delle masse. Si parla dello stesso capitalismo ultra-finanziario ma anche di certi settori della politica. Il rischio è veder messi a repentaglio, di nuovo e di più, i diritti sociali e quelli individuali e politici, oltre al benessere del pianeta e degli ecosistemi.
Il periodo della grande crisi scoppiata nel 2007-2008 (nei suoi effetti complessivi molto più grave e devastante del Coronavirus) offre in questo senso una lezione tanto amara quanto preziosa.