Coronavirus: perché dobbiamo augurarci che Renzi abbia torto

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Misura profilattica medievale ideata per la prima volta dalla Repubblica di Venezia nel secolo XIV, la quarantena viene messa in atto in mancanza di altri strumenti di contrasto efficaci, ed ha carattere temporaneo. Questo anche per l’impossibilità di paralizzare troppo a lungo una comunità, con tutte le ripercussioni che ne deriverebbero.

Sebbene inattuabile, almeno per il momento, la proposta di Matteo Renzi offre interessanti spunti di riflessione, per chi abbia avuto la pazienza di andare oltre i titoli di giornali e blog e l’onestà di resistere al bias di conferma. Il Coronavirus non è infatti la peste seicentesca o la Spagnola, ma una malattia con un tasso di letalità assoluta intorno al 2% (fonte Prof. G. Silvestri) e circoscritto quasi esclusivamente a poche categorie, ai margini del sistema produttivo (brutale ma doverosa e necessaria concessione al pragmatismo); pensare di prorogare “sine die” il lockdown significherebbe quindi determinare, per tutti e senza distinzioni, conseguenze ben peggiori e drammatiche del virus stesso, cronicizzando ed estendendo ad ogni settore e ambito della nostra vita una crisi altrimenti transitoria. In caso di implosione dell’economia, pure il SSN, la cui protezione è oggi uno degli obiettivi principali della quarantena, si troverebbe ad affrontare difficoltà più gravi e complesse del sovraffollamento delle strutture ospedaliere.

Allo stesso tempo, e non va dimenticato, si pone il problema della sospensione dei diritti e delle libertà individuali nel quadro di un controllo di tipo poliziesco e militare, situazione anch’essa non accettabile e sostenibile oltre un certo limite, in uno stato democratico e di diritto.

Quella che stiamo vivendo non è solo una crisi medico-sanitaria, ma anche economica, politica, sociale e culturale, pertanto non è razionale e pensabile affidare ai soli medici il timone del Paese. Il rischio sarebbe finire sugli scogli, cercando di evitare una burrasca. Qualora le cose non accennassero a migliorare, le autorità dovranno necessariamente predisporre soluzioni alternative (magari mutuandole dall’estero e avvalendosi delle tecnologie più avanzate), superando la paralisi.

Al di là dei condizionamenti di bandiera, a Renzi va riconosciuto il merito, primo e per adesso unico tra i leader politici, di aver smosso le acque, sollevando un dubbio legittimo che a breve sarà condiviso da altri.

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