Sebbene il discorso di Conte offra qualche spunto di riflessione utile e condivisibile e qualche richiamo storico-culturale interessante (probabilmente farina del sacco di un buon ghostwriter), non può risultare e non può essere giudicato credibile e genuino.
Per oltre un anno il Presidente del Consiglio ha infatti avvallato, in modo esplicito o implicito, ogni scelta e condotta di Salvini, e criticarlo solo adesso, e dopo essere stato “sfiduciato “ dal leader del Carroccio, risulta tardivo e ipocrita. Come ha fatto notare l’On. Bernini, Conte sembra inoltre parlare più all’alleato (ex alleato) che al Paese, dando l’idea di voler salvare ad ogni costo la propria presidenza.
Quello che per molti è stato un sussulto di dignità ed una prova di stile, è invece la dimostrazione della definitiva “politicizzazione” del professore foggiano, del suo essersi adeguato alle logiche più bizantine ed opache del “palazzo”.
Nota storica: il richiamo a Federico II ha esaltato quella parte di Mezzogiorno che si riconosce in un certo identitarismo, anche anti-nazionale. E’ tuttavia opportuno ricordare che Federico II di Svevia non era un siciliano autoctono ma un Hohenstaufen, originario dell’attuale Germania. Come i grandi nomi della Magna Grecia, stava cioè al nostro Sud come un sudafricano bianco può stare alle popolazioni nere-indigene di quel Paese. Ancora, non governò solo sulla Sicilia ma su quasi tutto il resto d’Italia