Le offese dei lettori di “Libero” e “Il Giornale” a Camilleri ribadiscono, ancora una volta, il carattere trasversale dell’ottusità che non riesce superare gli steccati della contrapposizione politica e ideologica per riconoscere il talento, nel caso di specie universale, di un artista.
Carattere trasversale, nonostante una certa destra sia riuscita a fare associare questa tendenza soprattutto alla sinistra, mentre ha sempre dato prova dello stesso “vulnus”, della stessa aberrazione. Si pensi, ad esempio, all’atteggiamento verso personaggi quali Pasolini, Guttuso, Fo o Benigni, geni assoluti demonizzati solo perché di sinistra o comunisti, per non parlare delle aggressioni ad un personaggio del calibro di Rita Levi-Montalcini, “colpevole” soltanto di aver votato più volte la fiducia al governo Prodi II.
Anche in questa circostanza, la destra italiana (una sua parte) si dimostra quindi prigioniera di un gioco delle parti nella sua declinazione più miope e truculenta, come la sinistra (una sua parte); non vittima inoffensiva, non più aperta, ma uguale, se non peggiore.