Viareggio: l’informazione in una bolla di sapone

borispasseggiata

Nella vicenda di Viareggio, l’attenzione pubblica e mediatica ha scelto di orientarsi in via esclusiva sulla reazione del proprietario di “Mondo Disco”, estrapolandola dal contesto all’interno del quale è maturata e si è sviluppata. Un “modus operandi” ingannevole e superficiale, mirante a confezionare una visione manichea e a polarizzare gli umori delle persone in uno scenario che , toccando le corde dell’emotività, vede , inevitabilmente, l’immagine del “benestante” commerciante della “benestante” Versilia penalizzata e “sconfitta” rispetto a quella del clochard slavo che vive facendo divertite i bambini.

Una valutazione razionale e matura del caso non potrà dunque fare a meno di analizzarlo nel suo insieme, prendendo in esame anche la versione dell’esercente, secondo il quale l’artista di strada avrebbe risposto in modo sgarbato ed aggressivo alla sua richiesta di esibirsi poco più distante, così da non macchiare con il sapone le sue vetrine (richiesta del tutto legittima).

Il gesto, scomposto, del commerciante, non troverebbe in ogni caso giustificazione ed accoglimento (avrebbe dovuto rivolgersi alle forze dell’ordine), ma una panoramica più ampia contribuirebbe senza dubbio a rendere un servizio all’informazione, ai suoi protagonisti ed al pubblico.

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