Perché Berlusconi non è un vecchio matto scappato dalla casa di riposo (atto secondo)

Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina non sono una bizzarria, non sono la conseguenza di una demenza senile come qualcuno le ha frettolosamente e superficialmente liquidate. Aderenti alla narrazione russa e filo-russa rispondono, al contrario e come sempre, ad una scelta comunicativa e tattica ben ragionata. Ecco perché non è da escludere che gli audio “incriminati” siano stati fatti filtrare di proposito.

Vistosi chiuso nel campo moderato dal Terzo Polo e in parte dallo stesso PD, l’ex Cavaliere (che moderato non lo è stato mai) cerca infatti di recuperare terreno presso il suo elettorato storico e più in generale in quello di centro-destra, tendenzialmente non ostili a Mosca, e in un momento che vede l’opinione pubblica italiana molto più tiepida verso Kyïv (all’inizio dell’invasione aveva non a caso condannato le scelte di Putin). In questo gioca anche sul fatto che la Meloni, costretta ad una svolta “istituzionale” ed atlantista adesso che si avvicina a Palazzo Chigi, perderà giocoforza popolarità, come accade a tutti i leader e a tute le compagini che raccolgono il voto di protesta appena entrano nella “stanza dei bottoni”.

In un Paese abbastanza spaccato sulla guerra, per un cittadino che lo bollerà come un arteriosclerotico scappato dalla casa di riposo ne troverà un altro che gli darà ragione. Anche a sinistra.

Domani potrebbe cambiare di nuovo idea ed approccio, a seconda delle circostanze. Sotto questo aspetto può ricordare Giuseppe Conte (anzi, è Conte che ricorda Berlusconi), anch’egli capace di stravolgimenti di fronte disinvolti, rapidissimi e clamorosi, con risultati spesso notevoli.

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