
Agitando lo spettro fascista prima di ogni elezione, con il relativo recupero di tutta la mitologia resistenziale, la sinistra dimostra e conferma la propria difficoltà nel trovare argomenti persuasivi e collanti basati sull’attualità contingente.
Non solo. In questo modo inflaziona, banalizza, e quindi indebolisce, la stessa tematica anti-fascista, con conseguenze potenzialmente pericolose.
Se ahinoi è innegabile che parti dell’opinione pubblica e della politica nazionale siano cristallizzate a nostalgismi superati dalla Storia, cosa che ci obbliga ad una vigilanza attenta, la pretesa di paragonare l’Italia odierna a quella del 1922, e il centro-destra al PNF, assomiglia ad una fisima onanistica o, come detto, ad una mossa disperata, ma quasi sempre inefficace.
Discorso diverso per il partito “testimone”, che si accontenta di piccole sacche di consenso perché sa di non poter andare oltre.