Covid: un “caso” India ?

Da qualche giorno l’informazione italiana si sta concentrando particolarmente sull’India. Open, ad esempio, titola oggi: “Coronavirus, India senza pace: ancora 330 mila contagi e oltre 2.200 morti”.

E’ tuttavia bene ricordare che l’India è uno Stato dalle dimensioni geografiche enormi e con circa 1 miliardo e 400mila abitanti, il doppio della popolazione dell’intero continente europeo. Senza dubbio Nuova Delhi non può affidarsi ad un sistema sanitario evoluto e un’emergenza epidemica potrebbe rappresentare un grave problema, ad ogni modo questo giocare sulle cifre, in maniera ambigua, lascia qualche perplessità.

Dopo che si era parlato di un’ immunità naturale per gli indiani senza restrizioni, non è forse da escludere si voglia “colpire”, com’è già successo in passato, un modello diverso da quello più rigorista, accettato e sponsorizzato da una certa narrazione “mainstream”. L’Huffington Post scrive infatti di “modello India che finisce con i cadaveri bruciati in strada”, dimenticando (o non sapendo) che ogni mattina e da sempre, nel Paese della “Grande anima”, i cadaveri dei poveri e degli “Intoccabili” (la casta più “bassa”), morti per fame o malattia o vittime della criminalità, vengono portati via dalle pubbliche strade come rifiuti, uno scenario per noi impensabile.

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