
“Il coprifuoco non ha una ragione scientifica ma serve a ricordarci che dobbiamo fare delle rinunce” (può essere vero, ma in un post che invita al rispetto delle misure del DPCM e le legittima andranno scelte parole diverse), “che il superfluo va tagliato” (quello di “superfluo” è un concetto relativo, dato che per molti si tratta di attività indispensabili e di lavoro), “che la nostra vita dovrà limitarsi all’essenziale: lavoro, scuola, relazioni affettive strette” (come sopra, con l’aggiunta di un tono inutilmente millenaristico). “L’unica cosa che funziona contro questo virus è limitare il numero di persone che incontriamo nelle nostre giornate” (forse era così in primavera, ma oggi la Medicina ha elaborato soluzioni nuove per contrastare il Covid e il vaccino è ormai dietro l’angolo). “Facciamo tutti la nostra parte: la storia siamo noi!” (esatto solo in parte se con il “noi” si intende il cittadino, che non ha il compito di risolvere e gestire l’emergenza).
Come avviene in altri paesi e/o in altre realtà, medici e scienziati dovrebbero limitarsi nelle loro dichiarazioni pubbliche e farsi sempre affiancare da professionisti della comunicazione. Questa bulimia oratoria, anche se e quando non determinata dall’Ego o dall’interesse personale, è solo dannosa, un problema nel problema.